Calendario vaccinale e reazioni comuni ai vaccini sono argomenti che spesso le mamme si trovano a trattare.
Il dibattito fra i sostenitori dei vaccini e coloro che invece sono contro continua senza sosta, accompagnato dal caos generale creato dalla circolare del mese di luglio.
Nel frattempo però la profilassi di vaccinazione per l’immunità di gregge con lo scopo di raggiungere obiettivi importanti per la salute prosegue.
Nel precedente articolo abbiamo visto quali sono i vaccini ritenuti obbligatori e quelli raccomandati.
Ma quanti dosi vengono somministrati e a quale età bisogna sottoporsi ai vaccini e ai successivi richiami? La risposta a questa domanda è contenuta nel calendario vaccinale.
Ecco cosa prevede il calendario vaccinale
Calendario vaccinale
Tre mesi
Obbligatorie: prima dose difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, Haemophilus influenzae di tipo B (esavalente).
Raccomandate: prima dose meningococco B; prima dose pneumococco.
Quattro mesi
Raccomandate: seconda dose meningococco B.
Cinque mesi
Obbligatorie: seconda dose difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, haemophilus influenzae di tipo B (esavalente).
Raccomandate: seconda dose pneumococco.
Sei mesi
Raccomandate: terza dose meningococco B.
Tra 3 e 7 mesi
Raccomandate: rotavirus (due o tre dosi a seconda del tipo di vaccino).
11 mesi
Obbligatorie: terza dose difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, haemophilus influenzae di tipo B (esavalente).
Raccomandate: terza dose pneumococco.
13 mesi
Raccomandate: quarta dose Meningococco B.
Tra 13 e 15 mesi
Obbligatorie: prima dose morbillo, parotite e rosolia (MPR); prima dose varicella (oppure prima dose tetravalente MPRV).
Raccomandate: prima dose Meningococco C.
Sei anni
Obbligatorie: richiamo difterite, tetano, pertosse, polio (DTP + polio); richiamo morbillo, parotite, rosolia e varicella (MPR o MPRV).
Tra 12 e 18 anni
Obbligatorie: richiamo difterite, tetano, pertosse, polio (DTP + polio).
Raccomandate: HPV (due o tre dosi, sia per le femmine sia per i maschi, in funzione di età e vaccino); richiamo meningococco C, nella forma quadrivalente ACWY.
Vaccini e reazioni: le domande più frequenti
Ma i vaccini possono dare effetti indesiderati?
Nessun vaccino è sicuro al 100%: essendo farmaci, i vaccini comportano degli effetti indesiderati lievi, raramente gravi e tra l’altro possono anche non comparire.
Quali sono gli effetti collaterali dei vaccini?
Gli effetti collaterali legati alla vaccinazione sono per lo più reazioni locali nella sede dell’iniezione (gonfiore, rossore, dolore), il pianto per il fastidio della puntura e la febbre entro le 72 ore.
Gli effetti gravi sono davvero rari: lo shock anafilattico a seguito dell’iniezione è un caso eccezionale.
Gli esiti fatali sono scongiurati stando in ambulatorio nei successivi minuti: alcuni di questi effetti rari, come le convulsioni, sono addirittura più frequenti con le malattie che i vaccini prevengono.
I vaccini contengono il virus responsabile della malattia che devono prevenire, ma in forma attenuata o non più vivo.
Nonostante si tratti di piccole particelle o frammenti del microrganismo, queste sono comunque sufficienti a stimolare la produzione di anticorpi specifici. Di conseguenza poiché il virus iniettato può risultare aggressivo per l’organismo esso reagisce con una normale reazione di autodifesa e può comparire la febbre.
La febbre può accompagnarsi a irritabilità e inappetenza. In genere, si presenta da 2 a 24 ore dopo la somministrazione del vaccino e si risolve in un paio di giorni (nel caso della vaccinazione morbillo/parotite/rosolia la febbre può comparire da 5 a 15 giorni dopo la somministrazione).
Cosa fare in caso di reazioni?
In caso di febbre vanno seguite le regole generali: far bere molto il bambino ed evitare di coprirlo troppo, perché non accumuli calore. Se necessario, il medico può consigliare un antifebbrile per uso pediatrico, in genere a base di paracetamolo. Se la febbre si protrae oltre le 48 ore è bene far visitare il bambino, perché potrebbe trattarsi di un’altra infezione concomitante.
Perché è importante vaccinare anche per malattie che magari noi abbiamo avuto da piccoli?
Le malattie che sono benigne per la maggior parte dei bimbi possono, in alcuni casi, avere complicazioni, a volte anche letali.
Il morbillo può causare polmoniti in un caso su venti ed encefaliti, in un caso su 2000, che possono essere letali o lasciare danni neurologici permanenti.
Gli orecchioni (la parotite) possono causare encefaliti con frequenza simile (fino una su 3000), meningiti (più frequenti) e danni all’udito, tra cui la perdita completa in un caso su 20.000. La parotite, inoltre, è la principale causa di sordità infantile acquisita. Dopo la pubertà, da un quarto a un terzo dei maschi sviluppa un’orchite, una malattia infiammatoria dei testicoli molto dolorosa, che in rari casi causa sterilità.
La rosolia è, invece, di solito benigna nei bambini. Il pericolo maggiore è quando la si prende in gravidanza, soprattutto nel primo trimestre: nella gran parte dei casi, causa aborto spontaneo e morte intrauterina, oppure può infettare il feto e dare la cosiddetta sindrome da rosolia congenita, che causa difetti della vista o cecità completa, sordità, malformazioni cardiache e ritardo mentale. La frequenza delle complicazioni è per fortuna bassa, nell’ordine dell’uno su 2000 o di più, tanto bassa che possiamo anche non accorgercene, a meno di non viverle in prima persona. Ma ci sono e la loro frequenza è di molto superiore a quella degli effetti indesiderati gravi dei vaccini.
Una volta fatto il vaccino si è subito protetti?
Reazioni comuni: quali sono e cosa fare in caso di complicazioni.
Le vaccinazioni possono provocare le seguenti reazioni:
- febbre scarsa inferiore a 38.5 gradi centigradi che non dura a lungo
- crisi di pianto, irrequietezza, debolezza e sonnolenza
- indolenzimento, rossore, prurito o gonfiore intorno all’area dell’iniezione fino a circa 12 giorni e al tatto si può sentire un piccolo nodulo che scompare dopo qualche settimana.
Possono talvolta sorgere delle complicazioni
Se il bambino o il neonato presenta febbre alta non deve indossare troppi indumenti o essere avvolto da coperte. Può essere somministrato un farmaco a base di paracetamolo.
Si può allattare al seno più spesso ed aumentare la somministrazione dei liquidi.
Mettere un panno freddo e umido sul sito dell’iniezione o eventualmente applicare una pomata a base di arnica.
Quando richiedere un consulto medico?
- nel caso in cui il paracetamolo non allevia dolore e febbre
- se le reazioni non spariscono, peggiorano e causano preoccupazione
Effetti collaterali molto rari che richiedono intervento medico immediato:
- Convulsioni febbrili causate da febbre alta, accade in genere nei bambini al di sotto dei tre anni di età.
- Improvvisamente il bambino diventa pallido, fiacco e inerte nel periodo che va da un’ora alle 48 ore successive alla vaccinazione. Poco dopo il bambino si ristabilisce completamente.
- Blocco intestinale. Esso si verifica quando un segmento dell’intestino scivola all’interno di un altro come le parti di un telescopio. Ciò può manifestarsi in un neonato nei 7 giorni successivi alla prima o alla seconda dose di vaccino anti-rotavirus.
I sintomi che destano preoccupazione in questi casi sono:
- attacchi di pianto
- aspetto pallido
- il neonato tira le gambe verso la pancia
- infiammazione di un nervo del braccio con debolezza o intorpidimento dell’arto
- una reazione allergica severa che si manifesta all’improvviso, di solito entro 15 minuti ma anche dopo ore dalla vaccinazione con rossore e prurito cutaneo, problemi nella respirazione e un senso di afflizione
- sindrome di Guillain-Barré che provoca paralisi ed intorpidimento
Nel caso in cui si abbiano reazioni avverse anche di lieve entità bisogna sempre informare il personale medico dell’ambulatorio vaccinale.
Gli operatori sanitari hanno l’obbligo di segnalare la sospetta reazione entro 36 ore da quando se ne viene a conoscenza comunicandolo al medico o effettuando da soli la segnalazione; in molti casi i sintomi possono manifestarsi anche a diversi giorni di distanza dalla vaccinazione.
Le notifiche possono essere presentate in Asl, dal medico o dal paziente, oppure online scaricando un modulo dal sito della propria Regione o compilando un form nel sito creato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), l’ente governativo deputato alla vaccinovigilanza,che ha il compito di raccogliere, gestire, inserire e analizzare le segnalazioni spontanee di sospette reazioni a farmaci (tra cui anche i vaccini) e di rendere noti i risultati dell’attività di vigilanza.
Il sito ha due sezioni, una per gli operatori sanitari e una per chi, cittadino, voglia descrivere una presunta reazione avversa per conto proprio, di un figlio o di una terza persona. Non è quindi necessario un intermediario: se una persona si accorge di sviluppare sintomi durante o dopo la somministrazione, può e deve denunciare l’accaduto.
A questo link potete leggere un articolo pubblicato su Lastampa.it che tratta in modo, più dettagliato l’attività di Vaccinovigilanza.
Per chi non lo ha ancora letto ecco un altro articolo del blog sull’argomento vaccini:
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